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Piů di dieci anni fa nelle "Orme del sacro" Umberto Galimberti esplorava la religiositŕ in Occidente. Da allora la riflessione di Galimberti sul sacro e sulla sua crisi si č approfondita, mentre molte cose cambiavano nel panorama religioso e intellettuale. In questo libro, che riprende solo in alcune parti il testo precedente, Galimberti mira a definire compiutamente la sua visione del cristianesimo, a cui riconosce il merito di aver dato vita e forma all'Occidente, ma che a questo Occidente ha anche strappato il cuore autenticamente religioso. Il cristianesimo č per Galimberti la religione dal cielo vuoto, la religione che ha desacralizzato il sacro, perché ha assegnato tutto il bene a Dio e tutto il male a Satana. Ha preferito la razionalitŕ della filosofia greca con cui ha costruito la sua teologia al comandamento dell'amore che č l'essenza del messaggio evangelico. Per contare ancora qualcosa nel nostro mondo dominato dalla tecnica, questo cristianesimo ormai del tutto esangue e desacralizzato si č ridotto a un'agenzia etica, che si pronuncia su aborto, fine vita, scuola pubblica e privata, e si č fatto "evento diurno, lasciando la notte indifferenziata del sacro alla solitudine dei singoli, (...) che oggi, senza protezione religiosa, devono vedersela da soli con l'abisso della propria follia, che il sacro sapeva rappresentare e la ritualitŕ religiosa placare".