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Nel 2013 ricorre il bicentenario della nascita di Sören Kierkegaard, uno dei piů grandi pensatori dell'etŕ moderna e, secondo alcuni, il piů grande testimone della modernitŕ. Kafka ha affermato che dai suoi scritti "emana tanta luce della quale ne arriva un po' in tutti gli abissi". Fra le due guerre mondiali, mediante la Kierkegaard-Renaissance, egli č diventato il padre dell'esistenzialismo, in quanto ha espresso la centralitŕ del soggetto umano, ossia del "singolo", contro l'idealismo. Le sue opere piů diffuse sono quelle che egli ha pubblicato con pseudonimi, che hanno valore estetico e grande portata filosofica. Tuttavia le sue opere piů profonde sono le ultime di carattere religioso, in cui sale a livelli come quelli raggiunti da Agostino, da Pascal e da Dostoevskij. Quelli che presentiamo in quest'opera sono i piů grandi scritti filosofici e religiosi, nella classica traduzione di Cornelio Fabro, con la sua magistrale monografia introduttiva, con una prefazione di Giovanni Reale e bibliografia aggiornata a cura di Vincenzo Cicero. La sua filosofia prese corpo da un doppio rifiuto, ossia il rifiuto della filosofia hegeliana e l'allontanamento dal vuoto formalismo della Chiesa danese. Secondo Kierkegaard la dimensione esistenziale dell'uomo č segnata dall'angoscia, dalla disperazione e dal fallimento o scacco esistenziale. La disperazione nasce da un rapporto serio dell'uomo con se stesso, mentre l'angoscia nasce dal confronto dell'uomo con il mondo.