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A oltre quarant’anni dalla scomparsa di Pablo Neruda escono le poesie inedite ritrovate in quaderni e in altri fogli appartenenti agli archivi della fondazione che conserva l’intero patrimonio del grande poeta cileno. Procedendo infatti alla catalogazione completa dei documenti esistenti, si è visto che oltre alle otto raccolte uscite postume, ma già predisposte dallo stesso Neruda – tutte pubblicate dalla Passigli Editori nel corso di questi anni –, restavano altre poesie inedite, databili a partire dagli anni Cinquanta fino agli ultimi mesi di vita: poesie di varia ispirazione, tra cui spiccano alcune poesie d’amore, come “Cosa dà alla tua mano d’oro la foglia d’autunno che canta”, la bellissima lunga poesia dedicata a Matilde Urrutia. Non è facile sapere per quale motivo non furono pubblicate. In alcuni casi si tratta certamente di poesie di grande rilievo, e nel complesso, pur con i limiti delle raccolte non riviste dagli autori, di un nuovo e importante tassello nella produzione del poeta cileno. Come scrive nella nota introduttiva Darío Oses, direttore della biblioteca e degli archivi della Fondazione a Isla Negra, «per la loro qualità letteraria e per il loro interesse, sono poesie che meritano senz’altro di essere aggiunte all’opera stampata e conosciuta di Pablo Neruda». Le poesie sono corredate da note dello stesso Oses che inquadrano i testi nell’ambito dell’opera di Neruda, dando conto dei supporti cartacei in cui comparivano e proponendone la datazione; inoltre, il volume è arricchito dalla prefazione del poeta spagnolo Pere Gimferrer, che si sofferma sull’importanza di questa edizione.