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"Non c'č nessuna coerenza nelle nostre vite" pensa il protagonista di questo romanzo. "Ci siamo solo noi, che la reclamiamo. A creare l'universo non puň che essere stato uno scrittore fallito". Ma se č cosě che stanno le cose, puň un essere umano vivere la propria vita come se scrivesse un racconto che qualcuno deve leggere? Vince Corso č un professore precario, non piů giovanissimo. Č nato dalla relazione fugace della madre, che lavorava in un hotel a Nizza, con un viaggiatore e, ogni volta che ne sente il bisogno, Vince manda una cartolina al padre sconosciuto all'indirizzo dell'albergo. L'unico ricordo che ha di quell'uomo sono tre libri lasciati nella stanza come un'ereditŕ che gli ha segnato l'esistenza: Vince ora č un'anima di letterato che ha letto forse troppo, convinto che la scrittura sia una strana menzogna capace di manipolare la vita, perché, come dice Celine, "se si immerge un bastone in un lago per vederlo intero bisogna spezzarlo" e per lui i romanzi sono quel lago. Per sbarcare il lunario, si inventa una professione, la biblioterapia. Qualcuno gli parla del proprio male, nello spirito o nel corpo, drammatico o ridicolo, e Vince gli consiglia un libro come medicina. Da principio lo fa con timidezza ma, poco a poco, si conquista una clientela, fatta di sole donne. E intanto lo prende un'intrigante curiositŕ per l'enigma del rapporto fatale tra la letteratura e la vita. E quando scopre che la vicina č scomparsa... comincia a studiarla attraverso i libri...